PARLIAMONE CON.....il ricordo del "Capoccio"
Rubrica periodica di Mariano Rocchetta
L’INTERVISTA IMPOSSIBILE
E’ in embrione la stagione 2013/2014 che, per l’Usap, significa un vero e proprio spartiacque a dividere le mediocrità tecniche e di classifica dell’ultimo triennio da una (probabile? possibile?) rinascita di livello accettabile. Com’è possibile introdurla con una veste assolutamente non seriosa, ma neanche bizzarramente goliardesca, e unire l’interesse per quel che si apre con la giusta dose di, sì di consapevolezza, ma anche di disarmante sdrammatizzazione? Scorro la lista dei probabili assunti, ma non vi trovo l’approdo ideale. Mi arrovello nel valutare, alla distanza, l’eventuale performance richiesta, ma non mi scaturisce il giusto quid, quello che potrebbe sintetizzare, con il suo pensiero e le sue rivelazioni il giusto prologo per l’apertura dello scenario che si andrà a cominciare. Poi, infine, mi rilasso (mi sdò?) e rimango fisso ad osservare il vuoto dello schermo, ben oltre le parole di premessa.
Sono seduto ad un tavolino a consumare un cornetto alla marmellata con un cappuccino senza schiuma (usuale per me il tipo di colazione, inusuale la collocazione). Dirimpetto sta, ingobbito nella sua solita postura, il personaggio con il quale ho intenzione di iniziare questa terza serie di interviste, a presentazione della nuova stagione amatoriale 2013/2014.
Mi guarda con quello sguardo sfuggente ingentilito dal sorriso che si apre, sovente, nell’ampia risata. Ogni tanto si rannuvola in una profonda malinconia che vorrebbe spiegarti ogni cosa, ma che non arrivi a svoltare la prima curva. Sono attimi, profondi, immensi, intensi, dove ti sembra di perderti, ma dal quale riemergi aggrappato alla sua gioia, alla sua battuta, a quello che crede di riuscire a spiegarti.
“Allora, Massi, da dove si comincia?”
Bah, o Pelo, occhelosoio comincia da dove ti pare! -
“Cominciamo dal Torneo dei Rioni….”
O un n’avean smesso? –
“L’hanno rifatto, per gli over 40, ma solo riservato a chi vi aveva già partecipato da ragazzino.”
Sopra i 40? Ma che macchiette, o un ne stianta nessuno?
“Te come ti ci saresti trovato?”
Io, unnosò se l’avrei fatto, ma con questa gente che circola l’avrei vinto da solo! (e ride … alla sua maniera…) (poi si fa comicamente serioso) Un ci credi? Occhecivole via…. (prende due bicchieri e una saliera.. e mima l’azione) Guarda : da Silvanino a i’ Brocchi sulla fascia, scende fino in fondo, la mette indietro, arrivo io stoppo, salto l’uomo, tiro e gol! Tre, si basta in tre, più il portiere e il libero bono. Sai che sforzo! –
“Sembrerebbe tutto facile…. ma lo è stato veramente, così, facile?”
(si rabbuia) Eh No! No che non è stato facile…. Ti ricordi, quando arrivai? Un po’ fuori, un po’ dentro, inscatolato in un ruolo standard che mi soffocava e in cui non riuscivo ad esprimere la mia voglia di giocare?
“Sì, è vero, e poi….”
Poi, Angelo (i’ Tonani ndr) mi sciolse le briglie, mi fece giocare a tutto campo, come piaceva a me. Sì, ogni tanto (sempre! ndr) mi diceva quello che dovevo fare, ma io mica gli davo sempre retta… quando vedevo che la giocata era un’altra, e migliore e più produttiva, io la facevo, e mi riusciva anche… capito chevogliodi’?
“E Angelo s’incazzava e, tu gliela spiegavi sul desco, da Angiolina, al termine dell’allenamento successivo…”
Sì eh… (ride) e alla fine veniva fori che avevo ragione io!
« SPIEGAZIONE: dopo l’allenamento del martedì un nutrito gruppo di noi si fermava a mangiare una pizza (o quant’altro) in Calcinaia e, a un certo punto della serata, al culmine delle discussioni inerenti la giornata di campionato disputatasi il sabato precedente, Massimo soleva spiegare le “estrose giocate” che gli venivano rimproverate utilizzando il tavolo quale campo da gioco e bicchieri, bottiglie, saliere ed altro quali porte e calciatorini. Nel corso della spiegazione le coordinate variavano poiché i’ Brocchi o i’ Tortelli o chi per loro, ogni tanto, facevano sparire qualcosa e, pertanto, era costretto, spesso, a ricominciare da capo… »
“Comunque, arrivasti, e fu subito vittoria: per la prima volta la Toscana Lamiere si aggiudicava il campionato provinciale senese…..”
Ma io non c’ero. Mi guardai la finale dalla tribuna per colpa d’un fastidioso infortunio che mi bloccò proprio sul più bello e partecipai soltanto marginalmente alla festa….
“Ti rifacesti due anni dopo, a i’ Tondo di Poggibonsi….”
Sì, e quella era una grande squadra: io, Marco, Silvano, i’ Piazza a correre e far correre la palla e Moreno a distribuire il gioco per le finalizzazioni di Osa.
“Una squadra che si trasferì (quasi per intera) direttamente al successivo regionale dove sei letteralmente esploso…”
Era la mia dimensione: tecnica calcistica molto intensa intrisa d’una espressione agonistica al limite (e oltre) una fisicità accentuata. Mi sono, ci siamo divertiti un sacco.
“E’ in questo periodo che realizzi il maggior numero di reti nel tuo ruolo di centrocampista offensivo con compiti di copertura non assegnati preventivamente, ma che svolgevi con solerte puntualità.”
Mi ci trovavo bene ad affrontare quel tipo di squadre, per la maggior parte, di grosso spessore e che ti davano una vera e propria soddisfazione nell’affrontarle ed una libidine totale nel batterle.
“Sono di questo periodo anche il maggior numero delle tue uscite, per così dire, goliardiche, quelle, in definitiva, che sono entrate nella leggenda delle partite della (allora) Fades!”
(Ride) Un so’ di che tu parli. Sì, beh, ogni tanto se ne combinava qualcuna, ma erano ragazzate, di gente che si divertiva….
“Come quando si rimontò tre goals sul campo del Bonelle?”
Ma che macchiette! Si batte dal centro e Baldino mi dice che si perde già 3-0 dopo nemmeno un quarto d’ora? Se permetti mi metto a ridere….. Siamo delle macchiette!”
“O come quando segnasti il goal della vittoria e Ripoli e corresti ad abbracciare Silvanino che era già uscito….”
Bah occhelosoio se Angelo lo leva senza dirmi niente….. Dimmelo no? (Corse verso di lui ebbro di gioia e si fermò, incredulo, davanti alla rete di recinzione, chè Silvanino si era già cambiato ed era andato a vedere la fine della partita da fuori).
“A Castelfranco di Sotto ci pensarono i’ Tortelli e i’ Fornai a levarti dall’impiccio di quelli che ti rincorrevano…..”
Me lo ricordo…. Occhefu colpa mia se gli feci una finta, li saltai passando in mezzo, e quelli batterono il capo assieme?
“Più che altro fu quello che gli dicesti?”
Che macchiette…. Come s’incazzarono!.... Ma i’ Trombaio che fa, che fa Giorgio?
“E’ andato in pensione….”
Nooo, Giorgio in pensione, uncicredo. E che fa senza far niente?
“Sempre i’ trombaio. Ma con più tranquillità. Ti ricordi le trasferte con l’antica Duna?”
Sìiii, con lui che si voltava sempre a parlare con quelli di dietro …. Giorgio guarda avanti!.... Risate e angosce assieme….
“E la trasferta a Iolo…..”
Che non si riusciva a trovare il campo…. e allora ci fermammo a chiederlo a un omino, ma un capiva, allora glielo berciai…..
«SPIEGAZIONE: in quella trasferta ci perdemmo (come ci succedeva spesso nelle trasferte in regionale) e il nostro carro (la Duna di’ Fornai) dove ci s’era io, Massi e i’ Calima (mi pare), rimase isolato rispetto al resto della carovana finendo per non riuscire a districarsi dal nugolo di vicoli e traverse dell’hinterland pratese. Allora ci fermammo a chiedere la strada ad un omino un po’ in là con gli anni che tardava a percepire le nostre richieste; Massi scattò dal sedile di dietro interrompendo la conversazione di Giorgio e urlando “Ma Iolo, indo’è Iolo?” proprio all’altezza dell’orecchio di’ Fornai che si girò di scatto fulminandolo con lo sguardo ed evitando (Dio sa ancora come) di fulminarlo con un resto di sinistro (mentre Massi se la rideva… alla sua maniera).»
“Fu di quel periodo anche l’amichevole di Quercegrossa, quando seccasti l’arbitro con una gomitata…..”
(Si fa pensieroso cercando di focalizzare il ricordo) Sì, sì, mi ricordo….. Occhelosoio, in un’azione concitata di centrocampo, dove quelli picchiavano come fabbri perché stavano perdendo, percepisco uno dietro di me e, con la coda dell’occhio, vedo che unnà la mi’ maglia…. M’arriva la palla, gli piazzo una gomitata sulla bocca dello stomaco e controllo l’azione….. O unnera l’arbitro…..
“O dieci è già la seconda volta che mi dai una gomitata…. ora basta…. Ti disse mentre si accartocciava sulle ginocchia…..”
Occheè colpa mia se mi girava lì d’intorno Ho visto che unnaveva la mi’ maglia e gli’ho dato prima che lui dasse a me…..
“Poi arriva Moreno allenatore e lui ti vede solo come punta….. Massimo se torni oltre il centrocampo ti divido in due….”
Meglio così saremo almeno in due a giocare in attacco…. (ride di cuore) Ocche gli volevi rispondere… Giocavo punta pura, ma non avevo perso certo la mia carica fortemente agonistica…..
“Tant’è vero che a Terranuova Bracciolini erano i difensori ad aver paura di buscarne e non viceversa….”
Eh, sì li picchiai tutti con contrasti decisi e potenti….. Oh m’ammonì anche … Via…
“Erano tanti (troppi) gli episodi, le situazioni, inspiegabili…. E proprio per questo tutti ti hanno voluto bene
Lo so, lo so…. ma di quali situazioni inspiegabili parli?
“Ti fo’ alcuni esempi: colazione la domenica mattina prima della partita al bar, tutti si prende un cornetto con il cappuccio, tu ordini : Cuba, un panino con prosciutto e sottaceti!”
Che ce’ di strano… Avevo fame …..
“Trasferta a dicembre inoltrato a Castellina in Chianti, campo abbondantemente gelato, un freddo che pela le patate. S’entra in campo e tu non ci sei…. Dov’è, dov’è! Ti troviamo nelle docce a bagnarti il capo con l’acqua diaccia a tutta randa….”
Mi ricordo…. avevo caldo, troppo caldo…. Oconchecosa dovevo bagnarmi?
“O quando domandi a Mario (Pieragnoli ndr) perché lo chiamavan Mario e lui ti rispose Occhesestrullo…. perché mi chiamo Mario! ?”
Occhelosoio…. pensavo fosse un soprannome …. (siamo ben oltre la metà della stagione ndr)
“Finisce il Regionale (in tutti i sensi, poiché ne fallisce proprio il progetto ndr) e tutte le squadre ritornano al Provinciale, che vinciamo subito, ma tu cominci ad essere insofferente…”
Già, ritorna Angelo e dovrei essere contento, ma nel corso dell’annata non me la godo completamente. Gioco alternamente bene o male, mi sto cominciando a non divertire più…
“Fino al tuo addio un paio di anni dopo, quando Angelo lascia per la seconda volta…”
In pratica era per lui che ero rimasto anche l’annata precedente , non ce la facevo più a reggere i ritmi, soprattutto mentali, degli impegni da prendere. Vado al Bar Perù, nel campionato di sotto, in una dimensione che mi consente di divertirmi e fare la differenza anche senza spremermi in modo assoluto….
“Cosa ti è rimasto o ti manca di più?”
Tutto e niente. Non è tempo di rimpianti, quello che è stato è stato e indietro non si torna più, poiché vorresti cambiare tante cose che non ti sono andate giù, ma se poi non ti riesce e rivivi esattamente quello che hai già passato, dov’è il sollievo? Tuttavia, mi manca lo spogliatoio, mi mancano gli amici, mi manca di ridere e cazzeggiare ancora assieme, sì questo mi manca sicuramente…
“Cosa hai visto da quando hai smesso ad oggi di nuovo, di meglio, di peggio, di diverso?”
Si corre di più e forse (o sicuramente) si gioca di meglio. Non è opportuno fare un paragone di due periodi lontani trent’anni l’uno dall’altro, sono cambiate troppe cose e quelle che si fanno adesso non erano minimamente pensabili allora, come viceversa.
“Di questo campionato che ha assunto i play-off nel suo epilogo per l’assegnazione del titolo provinciale che ne pensi?”
Occhelosoio, ai miei tempi ho giocato sia campionati con play-off (tanti), che campionati a girone unico (un po’ meno) e ho vinto sia nell’uno che nell’altro caso, pertanto potrei dirti che è indifferente, una squadra, se è veramente forte, arriva prima e vince anche la finale del campionato, hai capito che ti voglio di’?
“Dal tuo punto di vista chi potrebbero essere le favorite?”
Presumo le solite: il Vico tre volte campione e che ha cambiato pochino, il Campiglia che ha perso molto e cha fa il misterioso, il San Rocco che è stato finalista lo scorso anno e che sembra si sia rinforzato nei punti deboli, potrebbero sorprendere i neo promossi dello Shqiperya, non sottovaluterei il Fomenta, spero rientri nel gruppone la Fades (non ha mai giocato con l’Usap ndr….).
“Dell’Usap, la tua vecchia ex Fades, che ne pensi?”
Ha cambiato parecchio, credo in meglio, con ragazzi (sulla carta) bravi, giovani e (spero) motivati. Non è che li conosca, ma così si dice in giro. Poi è il campo l’unico e assoluto giudice di tutto quanto.
“C’è un tuo clone oggi?”
Non lo so, è difficile, non credo. Mi riconosco, un poco, e potrebbe diventarlo i’Violetta. Tecnicamente ha la caratura per prendere la squadra in mano e comandarla, è abbastanza strullo da divertirsi e divertire con le sue goliardate, anche se gli manca quel quid che gli consenta di trasmetterle in positivo dentro il campo per far sì che siano coinvolgenti e non autopunitive.
“Sabato c’è la tua partita, la vedrai?”
Sì, come tutte le altre già disputate, con chi si gioca?
“Con la Leccese.”
L’ho, l’abbiamo, incontrata, nel regionale, non ricordo quando e non ricordo che s’è fatto…. è forte?
“Questo lo vedremo sabato pomeriggio, a Castellina Scalo, il nostro nuovo campo…”
Sì me lo ricordo, tanto, tanto tempo fa… E’ un po’ cambiato, mi pare….
“Già, ma ti volevo chiedere….”
No, ora devo andare, ti devo lasciare…
“Ma ho ancora tante cose da chiederti”
Vedi… Questo incontro non è mai avvenuto, ti devi soltanto svegliare, ma continuare a far correre la tua immaginazione, chè mi rende sempre vivo, perlomeno nei vostri ricordi …. Ciao Pelo…
“Ciao, Capoccio…”
Mariano Rocchetta